Grammatica visiva e lettura dell’opera

GRAMMATICA VISIVA


Nella storia dell’uomo (e prima ancora della “scoperta” della scrittura) l’arte ha rappresentato una delle principali forme di comunicazione e di auto-riflessione, nonché di trasmissione ai posteri del proprio patrimonio cognitivo e culturale.

Come nello studio di una lingua antica o moderna, è quindi necessario conoscere le regole “grammaticali” e “sintattiche” del linguaggio visivo, non solo per meglio comprendere i messaggi veicolati dalle opere del passato (e dunque capire meglio noi stessi), ma anche per decodificare e padroneggiare a nostra volta un linguaggio che, al tempo di internet e alla velocità del mondo contemporaneo, costituisce il principale canale di espressione, nell’esperienza lavorativa come nella vita di tutti i giorni.


Grammatica visiva

Esercitazione Creta  (Il salto sul toro)

 

 

LETTURA DELL’OPERA


La lettura dell’opera d’arte figurativa procede attraverso quattro momenti fondamentali: a una prima raccolta di dati preliminari (quelli che si possono trovare nella didascalia che accompagna una riproduzione fotografica) segue l’analisi del soggetto, la quale, a sua volta, si articola in due sottolivelli: prima la descrizione della rappresentazione e delle sue fonti iconografiche o letterarie, quindi l’analisi della dimensione iconologica (gli eventuali significati nascosti).

La terza fase è costituita dall’analisi dell’oggetto: l’opera, cioè, viene analizzata non in quanto rappresentazione di qualcosa, ma in quanto oggetto materiale, con determinate caratteristiche fisiche, strutturali, compositive e formali.

Il livello più importante e complesso è però il quarto: l’analisi del contesto, spesso tutto da ricostruire, specie quando l’opera è stata spostata o semplicemente il luogo di provenienza non esiste più. Sono solito dire ai miei studenti – naturalmente si tratta di una “provocazione” – che non amo musei e pinacoteche: in un museo l’opera è al sicuro dal deterioramento del tempo e dai furti (anche se non sempre), l’umidità e la temperatura sono sotto controllo, la fruizione al pubblico è massima; ma, paradossalmente, l’opera d’arte è “morta”, in quanto cessa di “vivere” nel momento stesso in cui viene strappata al contesto che l’ha generata, un contesto fatto di luoghi e di persone, in una data epoca e in una determinata temperie culturale.

Non si può neanche paragonare l’emozione di vedere le tele di Caravaggio ancora in San Luigi dei Francesi a Roma con – solo per fare un esempio – la visione della “Cena in Emmaus” nella Pinacoteca di Brera a Milano.

Scopo ultimo della lettura dell’opera è quindi lo sforzo mentale di ricostruire “virtualmente” il contesto: solo in questo modo si potrà comprendere appieno il significato dell’opera e quindi le ragioni ultime di tutte le scelte operate dall’artista in relazione alla grammatica visiva.


Scheda di lettura dell’opera d’arte figurativa

Esercitazione Luca Signorelli  (Pala di Sant’Onofrio)

Scheda di lettura dell’opera d’arte architettonica

 

 

SCHEDE DI ANALISI DI ALCUNE OPERE D’ARTE


Simone Martini, Pala di San Ludovico di Tolosa, 1317 ca

Francesco Hayez, Il bacio, 1859

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2 pensieri su “Grammatica visiva e lettura dell’opera

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